Parigi e zone limitrofe…

Partirono in quattro ed erano abbastanza…
Senza pianoforte nè chitarra, ma tutti ben disposti all’avventura, ci siamo trovati una mattina di fine agosto a prendere il treno TGV per Parigi. Porta Susa, stazione ferroviaria di Torino che fino a qualche anno fa era considerata la seconda della città e che ora invece è ancora nella stessa situazione, perchè seppur completamente rifatta sotto terra, rimane ancora una stazione di transito e non di testa. Per il futuro si vedrà. Di certo ha il suo fascino, quel fascino delle stazioni sotterranee che ho imparato ad amare nella Metro di Londra. Non so perchè, ma una stazione chiusa, mi affascina, mi fa sentire sicuro come se fossi a casa, o quasi.
Il treno è perfettamente puntuale, vero che è gestito dalle ferrovie francesi, ma pur sempre in Italia circola. Saliamo a bordo e ci sembra di entrare in un salotto, magari un po’ affollato, ma il comfort di viaggio è sicuramente ottimo, anche se i Freccia Rossa, vuoi perchè più nuovi vuoi perchè italiani, mi sembrano leggermente migliori. I posti sono prenotati, quattro poltroncine disposte difronte due a due, il tavolino in mezzo. Partiamo ed il viaggio scivola via come quasi senza che si accorga di viaggiare. Fino a Lione, spezziamo una lancia a favore dei NoTav, non si viaggia ad alta velocità, sulle Alpi penso che sarà impossibile anche dopo quello che stanno cercando di costruire, ma non sono un tecnico quindi non discuto. Tra Bardonecchia e Modane c’è il siparietto dei controlli doganali, quattro energumeni francesi, tre uomini ed una donna, passano le carrozze controllando i documenti a chi non ha la faccia da europeo comunitario; sembra che per loro sia routine, non facciamo a tempo a tirare fuori le carte d’identità che sono già al fondo del vagone, dove pizzicano subito una ragazza. Con la delicatezza degli elefanti in una cristalleria la invitano a scendere, spero sia rimasta tutta intera.
Tra un sonnellino, partite a carte, lettura varie, giochi con il Ds, la Francia ci passa accanto alla velocità di 300 km/h, anche se ci sembra di essere fermi o quasi. Il paesaggio è vario, ma con una costante: mucche in ogni angolo che si scorge dal finestrino. Dovessi dire cosa produce la Francia direi mucche e derivati.
Parigi ci accoglie con cinque minuti di ritardo, alla faccia delle FFSS che almeno con me a bordo sul Freccia Rossa, sono sempre state “svizzere”. L’impatto è forte, o forse è solo la valigia sulla mia caviglia, ma già il fatto che non si parli italiano è destabilizzante: tre secondi è mi ricordo quasi tutto del mio francese appreso al Liceo, salvo qualche “italianismo” ogni tanto…
Si comprano i biglietti per la metro, si ritirano alla Fnac quelli per il Louvre prenotati su Internet, e ci si avvia verso la metro. Ora se siete stati attenti avrete notato una differenza…No?…Ho scritto metro senz la maiuscola, che avevo usto per quella di Londra. Fin dal primo impatto mi accorgo che sono due città che nulla hanno in comune, se non il fatto di essere capitali europee. Londra è Londra, qui inizia e qui finisce il discorso, forse.
L’albergo è nella banlieu parigina, a Montreuil, insomma come Torino con San Mauro, solo che San Mauro sembra Parigi al confronto. Il Suite Novotel ci accoglie, ci consegna le chiavi elettroniche della camera e ci consente di rifocillarci dopo il viaggio. Il quarto letto è sotto quello matrimoniale, ribattezzato “il loculo”, però è nel complesso una buona sistemazione per quattro adulti. Rimessi a nuovo si parte per la prima tappa, non mia moglie o mia figlia, il primo posto da visitare, Notre Dame.
A vedere la faccia spalancata di A. davanti alla cattedrale quasi mi commuovo: siamo qui perchè è il suo regalo del diciottesimo compleanno, un viaggio che ha desiderato da quando ha visto il film di W.Disney. Mi fatto ricordare la gioia della paternità, mi ha ripagato i sacrifici fatti per esserci e per allevare lei e sua sorella, la giapponese della famiglia: ha fotografato praticamente tutto quello che ha visto in cinque giorni, bagno della camera compreso!!
Non starò a tediarvi troppo su giro turistico fatto, è stato quello più classico possibile considerando la varietà e vastità di cose da vedere. La Tour Eiffel, Sacre Coeur, Museo d’Orsay, il Louvre e Versailles.
Tutto bello, superbe direbbero loro, la vista tra sera e tramonto dalla torre è uno spettacolo nello spettacolo, la spiritualità della basilica di Montmartre, i capolavori impressionisti, i viali di Parigi, i suoi bistrot.
Il Louvre è un capitolo a parte. E’ immenso, dopo cinque ore avevamo visitato solo un terza delle sale ed eravamo cotti, ma ne vale certamente la pena. La “Gioconda” no! E’ piccola, con un ressa di gente davanti da farti passare la voglia, per un quadro…che il mio decoratore con trenta €uro avrebbe fatto meglio, parafrasando Aldo Giovanni e Giacomo. Molto meglio tutti i pittori italiani del Rinascimento, con tele maestose, belle, emozionanti anche ne non si conosce la storia rappresentata. Meglio altri dipinti di Leonardo sempre esposti al Louvre.
Versailles invece è sempre magnifica: quando arrivi sulla spianata davanti all’ingresso della raggia hai chiaro fin da subito una cosa: i francesi avevano tutte le ragioni per fare la rivoluzione. Lo sfarzo, l’imponenza, la storia svolta in quelle stanze ti fanno capire che non poteva essere una situazione sostenibile all’infinito, arrivati alle brioches Luigi XVI e Maria Antonietta sono stati presi da un’emicrania micidiale…Però l’opera in se è una delle meraviglie del mondo, da sola è motivo per andare a Parigi.
Il mezzi pubblici: come in tutte le città con una rete metropolitana si viaggia da un capo all’altro della città senza problemi. Anche nelle ore di punta la situazione è complessivamente accettabile. Il mangiare è quello che è: siamo italiani, mangiamo bene solo a casa nostra, ma con un po’ di spirito di adattamento si sopravvive senza problemi.
Il viaggio di ritorno è la ciliegia sulla torta: a Modane si scende e ci si imbarca sul bus che ci riporta a Torino, ci sono 2-3 gradi, nevischia, ma il Tgv è quello che per problemi di sicurezza non viene fatto entrare in Italia, quindi…
Parigi nel complesso è una bella città, ma io continuo a preferire Londra. Sua Maestà ed i suoi sudditi mi fanno sentire a casa, Parigi è fredda, distaccata, ti accoglie perchè ci guadagna, il resto è fastidio…

Molten

 

Pubblicato da molten10

Gooood moooorning...eccomi...giovin signore amante di tutto ciò che sia novità...una famiglia splendida...un buon lavoro...appassionato di scrittura...dal fantasy di Arcano in poi...benvenuti... MI PIACE la pallavolo e lo sport in genere... la musica prevalentemente quella italiano e d'autore... Stephen king... la cucina italiana...aperitivi, antipasti, primi, secondi, contorni, frutta, dolci... NON MI PIACE i rumori spacciati per musica... la mamma degli imbecilli...ed ovviamente i suoi figli... le soap opera... la televisione italiana per il 98% della programmazione... le verdure in foglia cotte e crude...insalata a parte... i cavolfiori e le barbabietole... i programmi che uso per lavorare...sono fatti dai figli di cui sopra... §§§§§§§§§